Il fuoco porta l’acqua
Anche il disboscamento causato dal fuoco, aggrava il già critico dissesto idrogeologico del nostro Paese. Il fuoco che divora i boschi, paradossalmente, contribuisce ad alimentare gli effetti catastrofici causati dall’acqua in “caduta libera”. Su queste aree boschive, prive dei naturali elementi che trattengono il terreno specialmente in caso di pioggia, per una delle cause storiche degli incendi, lo sfruttamento dei suoli, il bosco andato in fumo poteva diventare, l’anno successivo terreno edificabile, pascolo per le greggi o altro ancora. Dal 2007, con l’ordinanza n. 3606 del 28 agosto 2007 e con la successiva 3624 del 2007, firmate dall’allora Presidente del Consiglio Prodi, ciò non è più possibile. Infatti integrando la Legge-quadro in materia di incendi boschivi (L.353/2000) che già stabilisce all’art.10, “…che le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni”, è stato istituito, presso ogni Comune, il Catasto degli incendi, che “congela” le aree percorse dal fuoco e contribuisce alla tutela di un prezioso bene comune: il territorio.
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